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LA SUOCERA SCAMBISTA


di PASQUALE29
15.12.2020    |    4.488    |    14 9.9
"Ci rilassammo per un poco, accarezzavo quel corpo maturo pieno di sesso vero, pieno di desiderio..."
Era una nebbiosa serata d'ottobre, dai vetri del salotto s' intravedeva a stento la strada, con il fascio di luce del lampione, proiettato su di un letto di fumo. Assalito dalla noia più profonda, anche causa di una convalescenza forzata da una fastidiosa influenza stagionale.Laura , mia suocera, faceva la spola dalla cucina al salotto per portarmi qualche tazza di calda tisana. Laura, una donna esuberante nel fisico, alta circa 1,75, gambe lunghe ed affusolate, reggono due chiappe tipo mappamondo, non vi nascondo che, a tale vista mi eccito da morire. Nonostante i suoi sessantasei anni, espone un seno da fare invidia ad una diciottenne, una quinta abbondante, sodo non pendulo, le da un aspetto austero. Se pure i suoi capelli tinti di un nero corvino su di un volto assente di rughe fanno intravedere il trascorrere degli anni. Mi viene vicino, mi accarezza le guance mi da conforto con la sua voce sensuale e suadente, dicendomi con un sorriso: passerà.La guardo attratto dai suoi modi gentili, tipici di una nobildonna, purtroppo rimasta vedova all'età di quarantotto anniquando Alfonso perì in un incidente aereo, di ritorno dall'Africa.Notavo da un po di tempo che, mi lanciava sguardi strani,ciò che prima forse non avevo notato. Ora che sua figlia Renata, cioè mia moglie era fuori per conferenze internazionali, svolgendo Lei , lavoro di traduttrice simultanea presso il ministero degli esteri, era dovuta partire per un periodo di venti giorni, per svolgere le sue mansioni al palazzo di vetro, a New York presso l'ONU.Laura, nel portarmi l'ennesima tisana, volle misurarmi la temperatura,quando mi pose la mano sul petto per inserire il termometro sotto l'ascella, trasalii ed un brivido percorse la mia spina dorsale, Lei se ne accorse ma fece finta di nulla, parlarono i suoi occhi scuri. Si sedette accanto a me sul divano e cominciò con l'intavolare un discorso sulla solitudine.Io annuivo ad ogni sua frase.Parlava di suo marito, bell'uomo distinto e colto. Anche io mi lamentavo della solitudine e delle smanie che mi assalivano di notte. Laura sorrise e disse:
Va beh! tu troverai il tuo sfogo, VERO? La guardai e sorrisi e di rimando le chiesi: Laura , tu come fai? Con il volto un poco arrossato rispose: come fai tu. Dimmi chiesi con insistenza, spiegami come plachi il tuo fuoco? Ma lo vuoi proprio sapere? Certamente.Intanto mi ero avvicinato alle sue cosce e ne sentivo il calore ed anche lei aveva percepito qualcosa. Io , disse Lei, quando sento la voglia che mi assale, mi metto davanti allo specchio e con le gambe divaricate mi sditalino tenendo in bocca uno di quei cazzi acquistati online, poi quando la fica è bagnata lo infilo tutto dentro,fino all'orgasmo totale.A sentire quelle parole, il mio cazzo stava per esplodere,quando Lei mi chiede : e tu? Un poco imbarazzato, quando il mio cazzo è duro e non posso dormire , chiudo gli occhi e penso a te, nuda e mi sego fino a sborrare sulla mia pancia. Sogni meee? Si dico,Lei mi accarezza di nuovo il volto ed è a quel punto che le afferro la mano e la bacio sulla guancia e poi sul seno. Cosa fai? Stupidino vedi che io sono vecchia e tu hai solo trentacinque anni. Laura, tu sarai sempre chiavabile anche a cento anni, così dicendo le accarezzai le gambe.Fu a quel punto che per sottrarsi alle mie carezze con un gesto maldestro mi fece cadere addosso la tazza della tisana ancora caldissima, con un sussulto ed uno scatto mi alzai dal divano, avevo tutto il pantalone inzuppato di quella tisana bollente. Laura, se la rideva e disse: ora si che hai trovato il giusto calore. I suoi occhi non si distoglievano dal gonfiore del mio cazzo, che faceva sollevare la patta.Ed ora? Dissi a Laura come fare? Lei senza alcun indugio , slacciò la cintura e mi abbassò contemporaneamente pantaloni e slip. Ne venne fuori un cazzo grosso e duro che
la suocera non perse tempo ad accarezzarlo. Guardandomi esclamò è come quello di mio marito, senza dire altro lo prese in bocca e cominciò un pompino da maestra, la scapocchiava lo leccava accarezzava le palle, stavo per venirle in bocca, mi trattenni , intanto lei si era spogliata in preda ad un calore irresistibile. Presi a leccarle la fica, ad ogni slinguata era un sussulto. Ci disponemmo per un vertiginoso 69, gli umori bagnavano il tappeto, le sue tette ballavano tra le mie mani di fuoco. Finche lei saltandomi addosso
prese sua maestà il cazzo e se lo infilò nella fica fino alle palle. Colpi da maestri bene assestati condussero ad una grande sborrata. Ci rilassammo per un poco, accarezzavo quel corpo maturo pieno di sesso vero, pieno di desiderio. A breve il risveglio. Laura riprese ad accarezzarmi il petto e le palle , il cazzo fu di nuovo duro e gonfio di voglia. Le accarezzai il culo le leccai il buchino, mandandola in brodo di giuggiole. Con grande stupore da parte mia disse: mettimelo nel culo, mi piace. Con l'aiuto di una calda saliva
la infilai in tutta la sua profondità,avevo tra le mani la sua fica oramai matida e calda
il mio cazzo sfrecciava nello sfintere eiaculando copiosamente. Ci distendemmo di nuovo. In quel momento di relax,Laura disse: Devo confidarti un segreto, posso? sai mantenerlo solo per te? Annuii con il capo. Sai, disse, con mio marito facevamo scambio di coppia, era bellissimo, ancora oggi ho tanta voglia di rivivere quelle orge, con tre o quattro cazzi a disposizione, mi manca tanto quella trasgressione.Tu non potresti aiutarmi? Sbottò d'un colpo. Rimasi sorpreso di tanta semplicità con cui si fosse dichiarata. In verità, anche io e mia moglie, trasgrediamo in quel modo ed abbiamo diversi contatti , con amici di A69.
Le dissi che ho qualche amico, anche di colore con cui si può fare. Bello! Urlò la suocera,
dai si invitali, anche per questo fine settimana prima che torni mia figlia. Pago di tanto sesso in quel pomeriggio oggioso, presi a chiamare tre amici che a quell'invito non potevano rifiutare. Giunse quel sabato sera , puntuali arrivarono un singolo di colore ed uno da Roma, bei maschioni. Inutile dire che alla vista di quei giovanotti Laura non potè trattenersi dal mostrare le sue grazie , dando così il via ad una orgia memorabile.

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